Il “petrolio verde” per il nostro organismo arriva dal Ficodindia

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Secondo ricerche recenti l’olio del Ficodindia potrebbe restituire importanti soluzioni in campo medico e farmaceutico.

Da una ricerca condotta dal CNR pare che l’olio di fico d’India abbia un’alta concentrazione di  acidi grassi insaturi a lunga catena, associati a diversi benefici per la salute, e in particolare sulla composizione dei lipidi plasmatici, con benefici sulla funzione cardiovascolare.

Già utilizzato in cosmesi per usi simili a quelli del più noto olio di Argan, l’olio di ficodindia ha proprietà nutraceutiche uniche, incluso un elevatissimo contenuto di Omega 3 e vitamina E. Questo può infatti essere usato come additivo alimentare e costituire ingrediente per capsule, polveri e sciroppi come dice  Mario Pagliaro, ricercatore chimico al Cnr nella sua intervista al quotidiano La Sicilia.

“Tra gli elementi di rilievo di questa ricerca c’è la dimostrazione di come la conversione di una tonnellata di frutti di scarto – considerati cioè non idonei a essere messi in commercio (perché troppo piccoli, ammaccati o compromessi da grandine e parassiti) – consenta alle imprese agricole di generare un reddito extra di circa 1.200 euro, tra oli essenziali, pectina, coloranti: i cosiddetti derivati.”

si legge nello stesso articolo

Questa scoperta scientifica, fatta da ricercatori siciliani, potrebbe quindi aprire le porte a un nuovo business del ficodindia, che ruota attorno all’agroindustria.

«Il “petrolio verde” della Sicilia» la definisce Carmelo Danzì, agronomo e presidente del costituendo Distretto produttivo del Ficodindia, che sta lavorando sull’aspetto commerciale dell’operazione: «Dobbiamo ancora vedere se c’è un mercato disposto ad acquistare questo olio. Se le industrie chimiche e farmaceutiche riconoscono potenziali curativi importanti e soprattutto se ritengono che l’olio di ficodindia non sia sostituibile con un prodotto analogo, magari più facilmente estraibile, allora potrebbero essere disposti a fare degli investimenti».

In più pare proprio che il ficodindia siciliano non tema rivali, infatti:

“La conferma dell’eccellenza del ficodindia siciliano, in tutte le sue declinazioni, che arriva dalle ricerche del Cnr con gli Atenei di Catania e Palermo (con a capo rispettivamente i professori Giuseppe Timpanaro e Beppe Avellone), non è sufficiente. Adesso tocca agli imprenditori farsi avanti!”